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Il linguaggio creativo è fatto di immagini e simboli. Non ha parole, anche quando la nostra arte consiste proprio nel rincorrerlo con le parole. Il linguaggio artistico è sensuale, è un linguaggio di esperienza sentita sulla pelle. Quando lavoriamo alla nostra arte ci tuffiamo nel pozzo delle nostre esperienze per estrarre immagini.
Ispiratasi al “Libro Rosso” o “Liber Novus” di Carl Gustav Jung, Nuvola Ravera fa sua la volontà di totale immersione nel sogno come base dello studio dei meccanismi universali dell’animo umano, alla ricerca di ciò che Jung ha definito “archetipi” cioè i modelli di comportamento istintuale e culturale che fanno parte del nostro “inconscio collettivo” e che, negli anni successivi, sono stati alla base delle ricerche legate alle neuroscienze.
Nicolas Bruno è un fotografo americano che soffre di paralisi nel sonno e che trasforma le sue terrificanti allucinazioni notturne in scatti immaginifici e inquietanti. Bruno racconta la sua esperienza, il processo creativo e spiega nel dettaglio come riesce a sconfiggere l'insonnia grazie all'arte.
Vittoria Gerardi ha visitato la Death Valley nell’agosto del 2015 con una Leica M6. La Death Valley appare come uno scenario alieno, dove nessun essere umano potrebbe vivere. Nella serie “Confine”, Vittoria Gerardi presenta la sua percezione del paesaggio, un’esperienza fisica, visiva e mentale. La luce accecante e quindi l’incapacità di vedere, è resa dall’artista selezionando parti di negativo, estraendo frammenti del paesaggio per farli diventare linee simboliche, quasi cicatrici di luce e tempo, in bilico tra inconsistenza e materia. Le stesse cicatrici che il paesaggio della Death Valley lascia nella memoria di chi lo attraversa.