Un manifesto per concepire diversamente le proprie trasformazioni, ognuno troverà un punto più importante per sé e per il proprio tempo presente...

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In postcards from paradise Luigi Stranieri trasforma vedute prese dalla street view in un momento di riflessione della nostra attuale condizione di immobilità e delle ineguaglianze che possiamo facilmente scoprire in ogni parte del Pianeta, con un semplice click.

Con Supervision Irene Fenara presenta una selezione di immagini provenienti da videocamere di sorveglianza, e salvate dal flusso continuo che le cancella ogni 24 ore, sottolineando il contrasto tra un’attività fortemente funzionale e un’estetica altrettanto potente.

Il progetto è il risultato di due anni di ricerca sull'immaginario spaziale e si propone come un'indagine sui pattern rappresentativi e sui modelli figurativi su cui si basa la nostra psiche della cultura pop e che ancora oggi influenzano profondamente i nostri atteggiamenti verso la scienza e lo spazio esterno . 

Jaar ci fa immergere nell’oscurità (e non solo in senso metaforico) conducendoci in una sala dove su un tavolo luminoso è accatastata un’enorme massa di diapositive. Ai bordi del tavolo sono state poste delle lenti per dare la possibilità allo spettatore di osservare meglio le diapositive che, una volta vicini, scopriamo essere tutte uguali. In ognuna di esse (un milione) sono riprodotti gli occhi di Gutete Emerita. Gli occhi di una testimone, una donna che ha visto marito e figli uccisi. 

L'orogenesi è una branca della geografia fisica che studia la formazione naturale delle caratteristiche dei rilievi sulla crosta terrestre. Fontcuberta utilizza programmi di trattamento delle immagini, al fine di interpretare le informazioni dai dipinti, producendo un paesaggio "realistico" che corrisponde interamente all'arte e che non ha alcun riferimento nella geografia reale

Fisher si interroga sulla natura delle proprie lacrime. Guardandole a microscopio, si rende conto che esse hanno forme e geometrie differenti a seconda delle emozioni che le hanno provocate, e genera così una vera e propria geografia interiore, una topografia dei propri sentimenti indebile grazie all'incontro fra arte e scienza.

Dopo un viaggio nella Death Valley scattato con una Leica, Gerardi si rende conto che nessuna delle immagini realizzate rappresenta davvero la sua esperienza di quell'incredibile luogo al confine del visibile. Decide allora di manipolare le immagini in camera oscura, ottenendo linee e astrazioni pittoriche che rappresentano meglio la sua esperienza visiva interiore.

Gli scatti che diffonde Jon Rafman grazie a Google Street View sono mozzafiato. Così d’impatto da sembrare costruiti nei minimi dettagli. Girando virtualmente il mondo e le sue vie, ha trovato i suoi soggetti, a volte consapevoli di essere ripresi in altri casi totalmente assorbiti nelle loro vite.